Trekking in Sicilia: Magna Via Francigena

A Palermo mi prendo il lusso di un ostello prenotato pochi minuti prima su Booking: 16 euro. Va bene, dai.

“Salve, io ho prenotato per stasera a nome di Melanie Chilesotti” dico al ragazzo in reception.

“English, please?”

English? Ma che cazzo, siamo a Palermo… e ok, già qui mi innervosisco per uno strano stupido senso di patriottismo.

Quando mi metto a letto lascio la finestra ed i balconi aperti, così passa l’aria fresca e si sta benone. È mezzanotte quando giungono le mie compagne di camerata, due signore olandesi che decidono di accendere il condizionatore a 22 gradi e chiudere tutto che pare essere in un bunker freezer. Ste cose proprio non le sopporto, che poi, siamo in tre, cristo, chiedermi un’opinione, no?

Il tutto non finisce qui perché alle 3.40 della notte arriva una nuova ospite che si piazza nel letto di fianco al mio, accompagnata dal ragazzo della reception. Quest’ultimo decide di spegnere il condizionatore ed aprire il balcone, così, alle 3.40, facendo un casino bestiale. Ma non è lui il problema, è la nuova ragazza che in 3 secondi si mette a russare come un ghiro… le provo un po’ tutte: faccio rumore, sh sh sh all’infinito, la spintono sulle gambe, vado in bagno facendo più confusione possibile, ma niente oh. Alla fine le strattono il cuscino fino a che non si sveglia e io faccio finta di dormire, toh, meritato.

Sulla Magna Via Francigena

La Magna Via Francigena è un cammino che collega Palermo ad Agrigento, è una cosa abbastanza recente, ma in buona via di sviluppo. Circa 180 km.

La prima tappa è asfaltata e bruttina. Si passa per Monreale assediata dai turisti per il suo Duomo dove io non entro perché bisogna pagare un ticket, e poi non ho nemmeno voglia. A posteriori scopro essere Patrimonio dell’Umanità grazie ai mosaici bizantini custoditi al suo interno e mi mordo le mani per la mia pigrizia ed avarizia!

Schivo di poco un acquazzone e giungo a Santa Cristina di Gela a pomeriggio inoltrato, era un anno che non camminavo, che lenta! Decido di proseguire alla ricerca di una casa di campagna che possa ospitare la mia tenda. Ma non c’è davvero nulla se non monti, campi e case abbandonate. I panorami sono bellissimi, soprattutto quando scavallo la montagna dopo il paese e mi ritrovo sullo sfondo il Bosco della Ficuzza. Il tutto mi fa sentire molto bene e mi da l’energia per concludere circa 35 km fino al Santuario Maria SS del Rosario di Tagliavia dove risulto essere l’unica ospite.

Dopo S. Cristina di Gela

Bosco della Ficuzza in fondo

Il secondo giorno faccio colazione in compagnia delle sorelle del Santuario che mi fanno molte domande. Mi raccontano che il posto è conosciuto per la sorgente miracolosa che ha curato molti ammalati. “Quindi avete l’acqua potabile!” esclamo in un moto di gioia, azzerando all’istante il suo potere curativo. Non so se perché gli sto simpatica, o perché pensano io ne abbia bisogno, mi regalano un rosario da mettere al polso che il padre benedice, approfittando per benedire anche me, processo abbastanza veloce e semplice. Segno della croce, benedetta, buon viaggio. Da Tagliavia giungo a Corleone attraverso la campagna e coperta da una fitta rete di nubi nere che per fortuna mi bagnano poco. La cittadina è carina e mi fermo a prendere un caffè al bar dove mi prendono in giro per il sacchetto della spazzatura nero che ricopre il mio zaino: “bell’ombrello” ride il barista. Casualmente mi ritrovo ad assistere ad un esame guida della patente, mentre riposo sulla panchina. L’esaminata, una ragazza, parte dal parcheggio senza freccia e ci ritorna dopo 5 minuti scarsi, sempre senza freccia. Tra il tizio davanti che fuma e quello dietro che telefona, non riesco a capire chi sia l’esaminatore, fatto sta che la ragazza se ne esce felice dalla macchina sventolando la patente fra abbracci e baci dei genitori che l’aspettavano.

Ora tutto ha più senso. (i siciliani alla guida)

Comunque da Corleone raggiungo Prizzi che sta bella in alto e mi costa fatica anche perché c’è un lungo tratto asfaltato che è tanto male per i piedi dei camminatori. In compenso ci sono delle belle rocce che spuntano dalle cime delle colline, le mucche, gli asini, le pecore e le pale eoliche. Dormo in una sala parrocchiale, sola.

Rocce e nubi

Campi

Asinelli

La terza tappa inizia con un caffè a Prizzi, che scopro essere un paese abbastanza grande e con una cultura fiorente che risale al IV secolo a.C. Mentre cammino verso la Riserva Orientata Monte Carcaci, vengo attaccata verbalmente da tre cani, guardiani di un gregge di pecore, e sono costretta a camminare all’indietro per evitare che mi mordano un polpaccio. Da queste parti ci sono molti cani parecchio aggressivi che affronto con le pietre in mano. Osservo un bellissimo falco volarmi vicino mentre mi avvio su per il Monte Carcaci: questo posto è molto bello, qui è permesso campeggiare nelle aree attrezzate, ci sono pure le griglie per il barbecue. Anche sopra Castronovo di Sicilia c’è una bella zona attrezzata e mi trovo a guardare il cielo dove volteggiano altri due falchi. Dormo in una villetta che gode di una vista spettacolare ed una padrona veramente gentile che per soli 10 euro mi lascia il divano, la cucina, il bagno e questa splendida casa tutta per me.

Ricaricandomi con il Monte Carcaci sullo sfondo

Riposo in villetta

Quarta tappa: ora mi è molto più chiaro perché la Sicilia era il granaio di Roma, campi, campi e ancora campi. Passo per Castronovo di Sicilia, Cammarata e San Giovanni Gemini. Qui la concentrazione di Fiat Panda è altissima, altrimenti non sarebbe possibile infilarsi per queste strette stradine.

Incontro Alfonso che mi saluta: “È tardi” mi dice “I Pellegrini passano alla mattina presto”

“Ed io passo al pomeriggio” rispondo ridendo.

Mi fa segno di aspettare e sparisce fra gli alberi della sua campagna.

“Bello l’orto” esclamo quando torna “lo fai tu?”

“Si quando ho tempo” sorride porgendomi la frutta appena colta: albicocche e fichi.

“Buoni vero? Vuoi anche dei pomodori? … Ti chiedo solo un piacere: di ai tuoi amici che noi siciliani siamo brava gente, vogliamo solo lavorare…”

“Voi siciliani siete molto ospitali, mi dispiace che per pochi individui veniate tutti malfamati”

“Quelli non hanno a che vedere con noi, è politica e potere, noi siamo brava gente. Di dove sei tu?”

“Padova”

“Padova, si, è passato un pellegrino di Padova per di qui, anche Bergamo, molti del nord, pure canadesi! A me piace molto parlare con i pellegrini… e gli regalo sempre la frutta, oppure le fave, sapessi quanto gli sono piaciute le fave!”

“Sei molto gentile, io ho un blog dove scrivo, e lo scrivo sempre che qui al Sud siete molto ospitali. Grazie eh, grazie mille!”

“Buona passeggiata!”

Arrivo ad Acquaviva Platani, passo per la piazza e decine di occhi anziani mi guardano curiosi. campeggio poco fuori il paese, in mezzo alla montagna, non c’é nessuno ed è luna piena.

Castronovo di Sicilia

Cammarata

Cammarata

Scorcio

Base del mio accampamento

Giorno 5. Mi sveglio col sole scottante, arrivo a Sutera, qui faccio colazione sottostando all’imponente roccia che fa da vedetta al paese, era da ieri che la vedevo in lontananza.

Rischio di perdere una ciabatta durante l’attraversamento del Fiume Gallo d’Oro o, ancor peggio, di venire inglobata nel suo fango; l’esperienza mi ricorda l’importanza di testare l’appoggio prima di spostarci il peso e di attraversare i fiumi a piedi nudi. In questa zona si può trovare un po’ d’ombra, che m’assaporo a pieno riposando e lasciando scorrere le ore più calde della giornata.

Attraverso Milena e un bel Demanio Forestale ombreggiato e desolato che mi porta alla cima del monte, con le pale eoliche e la solita vista mozzafiato: silenzio e pace. Alla sera entro a Rocalmuto, il paese natale di Sciascia, come testimonia la sua statua, posta lungo il corso principale, proprio lì dove lo si poteva incontrare a passeggio. Rocalmuto è grandicello in confronto agli altri paesi che ho attraversato e si prepara per la famosa festa della Madonna al Monte. Poco fuori l’abitato incontro Giuseppe, alle porte di casa sua. Con un po’ di coraggio e faccia tosta gli chiedo di piantare la tenda nel giardino di casa sua: “è tardi, sono stanca, domattina vado via presto”

“Certo, vieni dai, la tenda la puoi mettere qui, va bene? Guarda ti presento mio fratello Salvatore e mia madre Agnese”

Mentre seggo sul muretto a riprendere energie mi chiede: “Hai bisogno di qualcosa? Dell’acqua? Il bagno? Una doccia?”

“Una doccia! Si! Una doccia molto volentieri”

E mentre mi scorre l’acqua addosso mi sento felice e così poco sola e sento di dare un piccolo contributo per un mondo migliore. È vero, sto scroccando da dormire e da lavarmi a degli sconosciuti, ma gli sto anche dando la possibilità di avere fiducia in una loro sorella polentona, di praticare del genuino altruismo, di riconoscere ed accettare il diverso, di aprire la mente.

Non è bello?

Dopo una cena in compagnia me ne vado a dormire, felice e soddisfatta.

Rocca di Sutera

Rocca di Sutera da lontano

Campi e montagne

Casa vuota

Divano

Tappa 6: Dopo il caffè con Giuseppe m’incammino: è il mio ultimo giorno. Le tappe ufficiali della Magna Via Francigena sono 9. Io ne ho fatte 6, con una media di circa 30 km al giorno, mi ritengo molto soddisfatta, e raccolgo i frutti dell’allenamento di due mesi di bicicletta.

Attraverso Grotte e salgo in su raggiungendo la cresta della montagna. Da qui la vista della Sicilia a 360 gradi: mare a sud, immagino il mare a nord, il Monte Cammarata, l’Etna imponente a est. Wow.

Comitini, Aragona, Joppolo Giancaxio e arrivo infine ad Agrigento percorrendo gli ultimi chilometri su strada asfaltata poco piacevole. La stanchezza è tanta e, dopo una brioche con gelato ed una doccia, mi fiondo a letto senza troppi complimenti.

Dettaglio

2 Comments

  1. Sandra leo 6 Maggio 2020 at 21:39 - Reply

    Vorrei sapere se si può fare qualche cammino in Sicilia a giugno 2020 grazie

    • Melanie Chilesotti 6 Maggio 2020 at 21:59 - Reply

      Salve Sandra, purtroppo io sono un’appassionata di viaggi ma non possiedo l’informazione che lei chiede. Credo che nessuno sappia ancora se a giugno sarà possibile fare del turismo. Io ci spero tantissimo! Sicuramente il turismo che partirà per primo sarà proprio questo, a piedi e in bici in luoghi più isolati rispetto alle grandi mete turistiche o alle spiagge più frequentate. In bocca al lupo :)

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