Magica Salento, Valle del Cocora, Colombia

Sono passati due anni da quando misi piede per la prima volta nel territorio colombiano, dove rimasi per quell’occasione 9 mesi. È difficile ripercorrere e scrivere quei ricordi che emergono leggeri uno dopo l’altro, come un torrente che scende la collina e sbocca in un inevitabile mare di nostalgia. Non posso non emozionarmi pensando al paese che mi ha fatto scoprire la mia felicità.

Cara Colombia, poveri coloro che di te conoscono solo violenza, droga e corruzione.

Passai brevemente per Bogotà, città troppo grande per i miei gusti, ma caratterizzata da un colorato centro storico di stile coloniale. Brulicante di giovani impazienti del futuro.

Vale la pena fermarsi per passeggiare per il Chorro de Quevedo, assaporare gli artisti e salire a Monserrate per vedere le case che si estendono fin dove la vista concede per 7,8 milioni di abitanti ad una altitudine non indifferente: 2640 metri. Ha dell’incredibile se non si è mai stati in altre città “alte” come La Paz (3640m) e Quito (2763m).

Bogotà

Conobbi un ragazzo che mi portò nella finca dei suoi nonni che ci ospitarono per due settimane in cambio di un aiuto in casa e nel campo nei dintorni del paesino di Sevilla. Una cosiddetta finca è una tenuta che può svolgere diverse funzioni: si tratta in generale di grandi case di stile coloniale immerse nella natura che si occupano di agricoltura; comunemente piantagioni di caffè, banane, canna da zucchero, cacao… 

Una cosa che mi ha colpita è che la gente del campo fa ben due colazioni. La prima verso le 5 del mattino, la seconda verso le 9. Purtroppo, a causa della mia pigrizia, non ho mai scoperto cosa mangiassero alla prima colazione, perdendomi il privilegio del doppio pasto. La seconda colazione si trattava della tipica arepa da noi conosciuta come “polenta” con revuelto ovvero “rimescolato”: altro non è che la cena della sera precedente: riso e fagioli. Quando tira buon vento e le galline proliferano il tutto viene accompagnato da un paio di uova. Immancabile è la cioccolata calda e il cafè con panela. 

Fu quando arrivai a Salento che la mia vita prese una svolta, letteralmente. Questo villaggio è situato nella regione del Quindio, famosa per la produzione del caffè: distese di coltivazioni sui fianchi delle montagne. Il villaggio è totalmente turistico (specialmente il week end) nel cuore dell’Eje Cafetero.

Non sapevo bene che pesci pigliare e mi sedetti nella piazza e mi guardai attorno. Si avvicinò un ragazzo, un cileno, che diventò nei mesi successivi un mio grande amico e compagno di viaggio. Mi portò senza esitazioni al suo ostello: distava 10 minuti dal villaggio in un piccolo conglomerato di case sulle rive del fiume Quindio. Una pace mi pervase nel sentirmi da subito la benvenuta. Nell’ostello vivevano una quindicina di persone che diventarono la mia famiglia nei successivi due mesi. Personaggi di ogni tipo. 

Al sabato sera ci si trovava nella piazza con tutti i giovani del paesino e si suonava, si cantava e si ballava ai ritmi dei tamburi e della musica popolare colombiana.

Ma non mi dilungo troppo, potrei non fermarmi più!

In fiume con alcuni ragazzi dell’ostello

Salento e i suoi dintorni è magico. Una meta irrinunciabile per il turista in Colombia e ancor più per gli amanti del trekking. 

Immerso nella natura, un trail di 5 giorni attraversa il Parque Nacional de Los Nevados, maggiori informazioni su questo sono disponibili nel mio racconto dettagliato.

A Salento si può, poi, visitare le tenute del caffè e scoprire il processo di produzione. 

Con una buona passeggiata si raggiunge la Valle del Cocora, una bellezza naturale inimmaginabile. Altissime palme da cera si stagliano nel cielo, circondate da eminenti montagne di fitta foresta: il bosco della nebbia.

La valle del Cocora

La ciliegina sulla torta è il proprio Rio Quindio. Un torrente che a tratti si allarga e piccole dighe costruiscono piscine nascoste. Basta un poco di curiosità per scoprirle e rinfrescarsi dal caldo perenne. Se si capita poi verso marzo e aprile, gli alberi di mango regalano frutti dal sapore incomparabile al ridicolo mango importato che giunge nei nostri mercati.

Rio Quindìo

Salento è uno dei migliori assaggi colombiani che si possono degustare nel piatto di benvenuto.

Come sopravvivere a Salento spendendo poco

Essendo un paesino turistico è molto facile scambiare lavoro per vitto e alloggio negli ostelli. Sia nel centro che nelle fincas sparse per le montagne circostanti. Si tratta di mansioni adibite al mantenimento delle strutture alberghiere. Basta farsi un giro, armarsi di pazienza e chiedere.

È possibile trovare lavoro anche come cameriere o lavapiatti nei ristoranti.

Per vendere l’artigianato invece non è una ottima piazza perché i venditori locali protestano per la concorrenza (ma si può fare). Per i musicisti invece va alla grande perché i turisti nel week end si concentrano nella piccola e unica via principale.

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