Italia in bici: Padova, Ferrara, Bologna


Tartarughe nell’orto botanico di Ferrara
Dovevo partire oggi, ma parto domani.
Colpa di una validissima proposta: pomeriggio in falesia ad arrampicare! “Vieni a cena con noi, Mela?”
Cena fra arrampicatori affamati? Vorrei, ma ho ancora tutte le borse e la bici da preparare e domattina vorrei partire presto.
Suona il campanello mentre il pavimento della mia stanza è ricoperto dal mio bagaglio scomposto. Hey, sono le amiche. “Passiamo a salutarti” e ci mettiamo in terrazza con una bottiglia di vino e le chiacchiere si protraggono allegre nella calma di Tencarola.
Mi sveglio alle 6 al mattino e scrivo a mia mamma di aspettarmi per colazione alle 9. Arrivo pronta di tutto punto e fra una cosa e fra l’altra ed il percorso che mi devo ancora studiare parto alle 11.30.
Ma sono tranquilla, lo so che nei miei viaggi i piani non vanno mai come credo e mi perdo dopo soli 5 km ancora dentro il comune di Padova.
Comunque sono partita, questo è importante. La via che mi porta a Ferrara passa per i campi piatti del Polesine e per due ciclabili: da Padova a Monselice e lungo il fiume Po. Il Po mi delude con il suo colore grigiastro e 19 km lunghi immersi nel polline.
Belli invece i papaveri.
Poco prima di Rovigo mi fermo attratta da un angolo di Quiete Senza Silenzio al lato della statale.
Arrivo a Ferrara parecchio felice perché ha diluviato più o meno ovunque tranne che su di me, soddisfatta e ben accolta dai miei amici ed ospitanti Fede e Giamma.
Usciamo sotto una fresca pioggerellina serale per un aperitivo dove conosco varie persone tra cui Tilo, super sportivo e tra le tante pure ciclista. Lui di consigli me ne da veramente tanti e mi addormento sorridendo alla vita che gira alla grande ogni volta che mi rimetto sulla strada…
Per Ferrara è bello perdersi tra le vie del centro, camminare a caso, farsi un giro sulle mura e imbattersi nel carinissimo Orto Botanico, di fronte al maestoso Parco Massari.

Fiori all’orto botanico

Parco Massari
Un bel piatto di carbonara mi da la forza per raggiungere Bologna, senza troppe meraviglie nel mezzo.
Anche qui vengo ospitata da un’amica e rimango un giorno in più a riposare e risolvere il mio dubbio esistenziale:
Traversata degli Appennini in bici o in treno?
Ci penso tanto senza venirne a capo mentre cammino tutto il giorno per la città: ogni volta mi stupisco di quanto sia grande il centro storico di Bologna!
Scopro la finestrella di via Piella che si affaccia sul canale “la piccola Venezia” e le frecce conficcate sul soffitto del portico all’ingresso di Corte Isolani, che poi percorro fino a sbucare in Piazza S. Stefano e mi do un’occhiata alle famose Sette Chiese, che figata!
Perdo tempo nelle tante librerie di libri usati ed entro in pasticceria chiedendo una fetta di torta al cioccolato. Mi siedo a degustare il dolce sui gradini della chiesa ma mi ritrovo con una pastiera anziché il cioccolato, buona comunque!
Alla sera ce ne andiamo ad un concertino molto allegro del “Duo Bucolico” e ridiamo tutto lo spettacolo.
È molto bello essere accolti calorosamente dai proprio amici, condividere un po’ della loro quotidianità, cucinare e mangiare assieme, farsi lunghe chiacchierate. Grazie.
Viaggio da sola, ma vedi, da sola non sono mai.
ps. Domani mi sveglio (con calma) e prendo il treno.
Io vorrei farla con mio figlio. Ha 8 anni.
Credo che fino a Bologna ce la possa fare, ovviamente fermandoci a dormire a Ferrara. Il problema è da Bologna a Firenze. Bè prenderó il treno
Ciao! Com’è andata, l’avete fatta? Non penso che sia proprio l’itinerario più entusiasmante! Ce ne sono di molto più carini :) Per me era un passaggio obbligato.
Vorrei fare lo stesso percorso all’inverso, Bologna-Padova, per caso hai ancora il tracciato GPX? Grazie mille.
Ciao Manuel, a quel tempo non avevo nemmeno il gps, o le app sul telefono… Seguivo google maps :) Comunque Bologna Padova non è granché entusiasmante. Passi per Ferrara e poi trovi abbastanza ciclabili che fanno zigzag fino Rovigo e poi da Monselice tutto il canale Battaglia a Padova. Caldo e moscerini, sconsiglio l’estate