Italia in bici: San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Monteriggioni, Siena

Ho barato, lo ammetto. Gli Appennini li ho varcati in un’ora e venticinque minuti: treno regionale Bologna-Prato.
Eh vabbè.
Prato l’ho attraversata senza attenzione, mi è parsa fatiscente e popolata soprattutto da stranieri.
Arranco fino a San Miniato, fra le mie prime salite ammazza carne e le prime discese da panico. Velocità raggiunta: 69km/h più veloce che lo scarabeo!
San Miniato non mi dice granché e scendo all’ostello dei pellegrini per l’ora di cena: piattone di pasta, due chiacchiere e a nanna!
Alla prima salita del giorno seguente mi pento di nuovo della mia scelta: la bicicletta… ma perché? Principiante come sono, vorrei piangere e scendo e spingo e sudo.
Ma perché?
Perché quando arrivo in cima e mi butto a capofitto in discesa amo la vita!

Via Francigena
Il cielo è grigio e ripenso al Cammino di Santiago. Riaffiorano i ricordi della prima settimana sui Pirenei. Ogni ora mi fermavo, facevo stretching, contavo le nuove vesciche ai piedi, disperavo sui miei muscoli doloranti…
Forte di questo pensiero, penso, migliorerà anche in bicicletta e la salita a Gambassi Terme la affronto dopo un caffè zuccherato: concentrata, pedalata e respiro regolare, niente distrazioni, niente spinta a mano.
Attorno a me uliveti, papaveri, fiori colorati, ginestre, pini marittimi.
Sono così soddisfatta di me che Gambassi Terme la adoro e ve la consiglio a tutti. Un piccolo borgo, con la sua piazza centrale, il parco, una vista alle colline toscane ed il “Bar Centrale” con la bandiera italiana ed i vecchi seduti a spettegolare.
Mi taglio un dito facendo il panino e ripenso a quante volte gli adulti mi han detto “attenta non tagliare il pane così” e come io continui ostinata a tagliarmi.

Gambassi Terme
Uscendo da Gambassi incontro un pellegrino, Simone, e scambiamo due chiacchiere, ci vediamo a San Gimignano, mi dice.
Penso: impossibile se c’arrivo io in bici come fa lui a piedi? Troppo distante! Nel mentre che rifletto mi perdo ed imbocco la via Francigena pedonale anziché ciclabile incastrandomi, dopo una lunga discesa sterrata, su per un sentiero ripido e fangoso.
Qui scendo e spingo e sudo e spingo e sudo.
Finalmente arrivo alla cima e percorro una via di cipressi e poco dopo a Località Santo Pietro (poco prima di Pancole) pedalo sull’antico selciato della via Francigena Medievale.

l’antica via Francigena Medievale
Trovo pure un serpente che si muove proprio poco e considero quindi in fin di vita, allora lo tocco, ci gioco, lo appendo, lo sposto, gli faccio le foto. Più tardi scopro che probabilmente era in fase di digestione per questo immobile.
Bene, fortunata.
Arrivo a San Gimignano affollata, nel suo sabato pomeriggio. Una marea di turisti: francesi, inglesi, americani, brasiliani, asiatici non identificati, tedeschi. Una vecchietta cammina controcorrente alla folla e provo dispiacere per lei. Cosa penserà della sua cittadina che un giorno era sua ed ora di tutti o forse di nessuno? Dove sono le storie? La storia? L’aria di emozioni di chi la popolava?
Mi appare ora come una cittadina in 2d: solo foto. Ed una lunga coda per prendere il gelato.
Bisognerebbe parlare di turismo responsabile.
Sono le 21.30 quando qualcuno bussa alla porta del mio bungalow. E penso, oh no, è arrivato un altro pellegrino e mi tocca condividere lo spazio. Invece è Simone: “Ho visto la tua bici”. È arrivato, grande!
Mi sveglio, faccio colazione e mi preparo: da San Gimignano a Siena.
La strada sarà quasi tutta sterrata, a parte brevi tratti di connessione sull’asfalto.
Parto subito con una bellissima discesa, poi risalgo e sul cocuzzolo una vista splendida e soleggiata a 360°. Che belle le colline toscane.
A Colle di Val d’Elsa prendo l’ascensore per Colle Alto: m’innamoro all’istante percorrendo la via del Muro Lungo e pedalando di nuovo e di nuovo tutte le viette che offre il borgo, non me ne voglio perdere nemmeno una! Colle Alto ha i colori caldi nonostante il temporale in arrivo. Ha pochi turisti, nonostante sia domenica.
È bellissima.
Conserva stretta la sua anima e la sua identità.
Se spii nelle finestre incontri storie.

Colle Alto
Fra vigneti ed uliveti giungo a Monteriggioni, arroccato e protetto dalle sue mura. Piccolo e turistico. Piatta e calda l’aria che tira.
Monteriggioni
Ed eccomi infine entrare a Siena, città che amo, dopo chilometri di salite e discese, di sudore ed aria fresca.
Entro alle sue spalle per porta Camollia e trovo ospitalità dalle suore dell’Accoglienza S.Luisa.
Camera privata con bagno, cena, un lusso.
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Ciao,
Sei ormai al limite inferiore della Toscana, a guardare la cartina.
Poi sarà Umbria?
La Via Francigena segue per il Lazio, sono a Bolsena!
Lo storico Pennazzi sostiene che verso il 303 d.C., sotto Diocleziano, nell’isola avrebbe subìto il martirio Cristina …. dopo essere stata qui relegata e tenuta prigioniera in una torre per ordine del padre ….
Nel 1084 (ma secondo altre fonti nel 1078), durante il pontificato di Gregorio VII, la contessa Matilde di Canossa sbarcò sull’isola per prendere i resti mortali di S. Cristina e trasferirli a Bolsena dove fece costruire una chiesa in suo onore. Fu lo stesso papa Gregorio VII, giunto appositamente alla Martana ….
Nel 535 d.C. l’isola fu teatro del barbaro assassinio di Amalasunta, regina dei Goti e figlia di Teodorico, qui tenuta prigioniera e poi fatta uccidere dal cugino-marito Teodato, secondo quanto riferisce Procopio di Cesarea ….
Dopo la distruzione di Montecassino (587), i Benedettini si rifugiarono a Roma e alcuni si spinsero fino al lago e abitarono l’isola. Nel 741 l’isola ospita alcune ossa di S. Maria Maddalena portate da Gherardo, conte di Borgogna, che le aveva qui traslate da Aix-en-Provence dopo che il monaco Badilone aveva trafugato il corpo della Santa per sottrarlo alla furia iconoclasta dei Saraceni ….
Ciao.
Mi ricordo di Siena e della cooperativa in pieno centro.
Fai attenzione in discesa. I freni non sono a disco. Se i gommini si surriscaldano in discesa, non frenano più.
Buona continuazione
…