Italia in bici: da Bolsena a Roma
Uscire dalla Toscana mi ha scaraventata in due giorni di tristezza.
Si sono infiltrati come gocce lungo il collo numerosi dubbi sul da farsi.
Torno indietro alle mie morbide colline?
Vado avanti in direzione Sicilia?
Piove. Piove in su e piove in giù. Continuo a pedalare?
E poi ho un impegno, mi devo vedere con Marco a Roma che si unisce al mio viaggio per pedalare insieme verso il Sud.
Ed io che non volevo vincoli.
Viterbo è un gran caos. Quando ti abitui alla natura e rientri in città senti i suoi rumori e i suoi odori.
In ostello cinque pellegrini mi includono nella cena: spaghetti alla bolognese. Finalmente posso lamentarmi con qualcuno della mia tristezza! E tediarli coi miei dubbi.
Anche loro, mi dicono, soffrono del Mal di Toscana, un bel colpo lasciarla alle spalle.
Questo mi rincuora.
“Se qualcuno sceglie il cammino per te, ti perdi” è un detto africano, mi dice la ragazza francese.
Con i dubbi addosso e il sole caldo di una mattina serena chiamo un’amica e mi ricordo di quanto sia importante chiedere aiuto quando si è in difficoltà.
Parto infine in direzione Sud.

Vetralla
Vetralla: gente che si muove senza fretta, vecchi seduti sulla strada a controllare, le case cadenti e poca cura. Mi dispiace, quasi, fotografare attimi di vita così reali.
Non spio nei vicoli, non tocco le piante, non appoggio la bici al muro per bermi un caffè.
Questo paesino è loro.
Quando sorrido e saluto a questi sguardi inquisitori, s’allarga sul loro viso un grande sorriso e ricambiano con calore.
Iniziano qui lunghissime distese di Noccioleti.

Noccioleti
E le torri di Orlando: monumenti funebri di epoca romana (I sec. a.C.)

Le Torri di Orlando
Buco la ruota.
Ma non fa niente, la cambio.
Capranica è come Vetralla: sulla cima del colle, lo abita per lungo. Dalla via principale scendono i vicoli a destra e a sinistra.
La percorro tutta fino alla fine, quando diventa bella e stretta e curiosa e scende a gradini giù sulla strada.
Seguendo la Via Francigena pedonale m’immetto in un sentiero da fiaba nel bosco. Libellule blu, tante farfalle e una volpe sul cammino che mi fissa prima di scappar via nella foresta.
Uno dei tratti in assoluto più belli che ho percorso finora.
Forse non è così male, in fondo, questo Lazio.
A Monterosi decido di deviare per il lago di Bracciano. Passo per una asfaltata piena di colori e campi e cielo azzurro. Che caldo! Un pezzettino nel bosco, tracce di cinghiali, sbuco finalmente sulla vista al lago!
A Trevignano incontro Mattia “A 18 anni farò il giro d’Italia in bici come te” mi dice. Stiamo insieme un po’ e chiacchieriamo pedalando e guardando il lago blu.
Dal Lago di Bracciano pedalo al Lago di Martignano: arrivare su è stata una faticaccia. Ma porca vacca se è valsa la pena.
Dormo a Formello. Un borgo a 30 km da Roma. Si presenta pulito, curato, da esplorare nelle sue vie abitate da gatti. Lo consiglio.
Esco a cena con Martin, un pellegrino tedesco che avevo incontrato due giorni prima, lui è a piedi, io in bici e siamo allo stesso punto! Che ridere, sono un po’ lenta… Ci conosciamo chiacchierando davanti un’ottima pastasciutta cacio pepe e cicorie.
In men che non si dica sono a Roma, dove pascolo qualche giorno, ospite di Victor, nell’attesa che Marco mi raggiunga per continuare il viaggio assieme!
a proposito di noccioleti…
http://www.coopernocciole.it/pasta-di-nocciole.php